Un accredito di 40 euro al mese può sembrare modesto, ma per molte madri con più figli rappresenta una boccata d’aria nelle spese familiari. Il meccanismo introdotto dal legislatore non è però automatico: occorre rispettare una serie di condizioni legali e contributive che spesso creano dubbi, soprattutto tra le lavoratrici iscritte alla Gestione separata dell’INPS. Qui di seguito si chiarisce chi può davvero accedere al contributo e quali periodi vengono considerati utili ai fini della misura.
requisiti generali e quadro normativo
Il cosiddetto Bonus Mamme 2025 nasce dall’art. 6 del decreto-legge 95/2025 e riconosce un’integrazione pari a 40 euro mensili alle lavoratrici madri che abbiano almeno due figli, abbiano svolto attività di lavoro dipendente o autonoma nel 2025 e non superino un reddito da lavoro di 40.000 euro. Le regole definiscono sia i requisiti soggettivi sia i periodi lavorativi che possono essere computati per il calcolo dell’agevolazione. Le FAQ pubblicate dall’INPS sono diventate il riferimento ufficiale per le domande di accesso, con precisazioni su casi frequenti e sulla documentazione richiesta.
Un dettaglio che molti sottovalutano riguarda il concetto di “periodo utile”: non basta essere iscritte alla gestione previdenziale, è necessario che il mese considerato sia caratterizzato da un rapporto di lavoro attivo o da una prestazione autonoma effettivamente svolta. Chi controlla la posizione contributiva lo sa bene; chi vive in città lo nota spesso nelle pratiche con patronati e consulenti. Questo elemento fa la differenza tra diritto e esclusione.

gestione separata: chi rientra, chi resta fuori
L’INPS ha chiarito che il diritto al bonus cambia secondo la natura dell’iscrizione alla Gestione separata. Per le lavoratrici autonome iscritte come professioniste senza cassa il contributo spetta per i periodi di effettiva attività nel 2025; ciò significa che vanno conteggiati i mesi in cui è stata resa la prestazione e versati i relativi contributi. Le collaboratrici coordinate e continuative trovano il parametro nei mesi di iscrizione alla gestione per attività di co.co.co: se il mese risulta iscritto e produttivo, può essere considerato utile.
Un aspetto che sfugge a molte richiedenti riguarda le iscrizioni multiple: una lavoratrice può essere contemporaneamente dipendente e iscritta alla Gestione separata per una carica sociale o per attività aggiuntiva. In questo caso il requisito rimane valido se esiste un rapporto di lavoro dipendente o autonomo effettivo nel mese oggetto di valutazione. Restano invece esclusi i periodi coperti da NASpI, DIS-COLL, i tirocini e i mesi in cui il rapporto è sospeso senza retribuzione, indennità o contribuzione figurativa.
Rimangono fermi tutti gli altri requisiti previsti dalla norma: chi intende presentare domanda dovrebbe verificare la propria posizione contributiva e i redditi dichiarati, per evitare rigetti per motivi formali. Un controllo puntuale della posizione INPS è un passo concreto: molte pratiche vengono definitivamente chiuse proprio dopo la verifica dei periodi utili.
