Una scena semplice: una coppia italiana che attraversa un ponte a Berlino, le valigie leggere e la sensazione costante di dover rinegoziare il proprio futuro. È un’immagine che ricorre nelle pagine segnalate dal New Yorker tra i migliori libri del 2025 e che spiega perché due romanzi pubblicati in Italia hanno trovato nuovo ascolto negli Stati Uniti. Non si tratta solo di traduzione: è il modo in cui queste storie parlano di tempo, memoria e precarietà che le rende riconoscibili oltre confine.
Perché Le perfezioni ha conquistato il pubblico americano
Le perfezioni di Vincenzo Latronico è stato accolto dalla critica americana come un ritratto nitido del presente urbano. La vicenda segue una coppia di giovani italiani trasferiti a Berlino, divisa tra ambizione professionale e instabilità affettiva: il romanzo mostra con franchezza la tensione tra progetto e incertezza. Per molti lettori oltreoceano questa è una finestra sulla vita europea contemporanea, una proposta che racconta il desiderio di stabilità senza mitizzare il passato. Un dettaglio che molti sottovalutano è la precisione con cui l’autore descrive gli spazi quotidiani: non sono sfondi neutri, ma elementi che incidono sulle scelte dei personaggi.
La traduzione inglese ha ampliato la platea, ma il merito principale resta nella capacità del testo di restituire un sentimento generazionale riconoscibile: la precarietà, la ricerca di identità, il confronto con le grandi città. La critica ha sottolineato come Latronico non si limiti alla denuncia sociologica: costruisce dialoghi e scene che funzionano anche a chi non vive in Europa. È una lettura che spiega perché la narrativa italiana contemporanea non è più un caso isolato, ma una presenza stabile nelle classifiche internazionali. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la concretezza delle piccole rinunce quotidiane, e il romanzo le mette a fuoco con semplicità.

Il vecchio al mare: memoria, età e il linguaggio della distanza
Il vecchio al mare, pubblicato da Einaudi, porta la firma di Domenico Starnone ed è il secondo titolo italiano segnalato dal New Yorker. La storia si concentra su Nicola, ottantadue anni, che osserva il mondo da una posizione laterale: il suo sguardo su una ragazza che pagaia diventa l’innesco per ricostruire ricordi familiari, rimorsi e affetti. Il romanzo procede con ritmo lento, fatto di istanti e pause, e mostra come la memoria si trasformi con l’avanzare dell’età, piegandosi su dettagli che prima sembravano insignificanti.
La critica americana ha apprezzato la misura e la sobrietà con cui Starnone racconta la fragilità senza pietismo. Nel testo emergono temi universali — il confronto con il passato, il desiderio di ordine, la difficoltà a mettere a posto le proprie storie — ma il linguaggio rimane ancorato a gesti quotidiani e a immagini precise. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la tendenza dei lettori a ritrovare nei libri che parlano della vecchiaia una forma di conforto: non perché offrano risposte, ma perché permettono di riconoscere ciò che resta. Questa doppia presenza italiana nella lista del 2025 segnala qualcosa di concreto: una narrativa che parla di identità e cambiamento in modo diretto, e che molti lettori in Italia e nel Nord Europa stanno già osservando con interesse.
